Non ci estingueremo
Nel
Sacrario Austroungarico del Monte Grappa, teatro della Grande Guerra, vi è una
formella bronzea con inciso: “5000 soldati sconosciuti”.
Questa
scritta mi aveva inquietato non poco, di fronte a me avevo 5000 uomini di cui
si era persa l’identità; una cosa abominevole, pensai.
Si fa
un gran parlare, di monumenti da riattare, di navi da fermare, di persone da
respingere, il tutto in un ottica separatista. L’Uomo ha da sempre combattuto
guerre, figlie della Follia scriveva Erasmo da Rotterdam, ma le guerre portano
solo dolore, dolore dell’Anima.
In
Europa sono più di 70 anni che non conosciamo la guerra e il suo pesante
fardello di iniquità, purtroppo in altre parti del mondo l’uomo continua a
voler sopraffare l’uomo. La fame, come conseguenza della belligeranza, ci è
sconosciuta e nella nostra piccola valle, ad un tempo teatro di scorrerie di
svariati eserciti, non si stà poi così male. Passeggiando per Tirano ci si
imbatte in un banchetto che offre “braschè” (caldarroste), una piccola offerta
e il cartoccio è servito. Quattro castagne che scaldano le mani e rinfrancano
il Cuore, destinazione Mato Grosso.
Persona
alquanto schiva e solerte nel rigirare i piccoli frutti, il Botti.
Piegato
su quelle padelle arroventate, le mani e il viso affumicati dalla gioia di
compiere un’azione nobile, la cantilena che rieccheggia nella piazza.
Nonostante
tutto, finchè ci saranno Persone come Lui, sono convinto che non ci
estingueremo.
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foto: Ivan Previsdomini |
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