Vorrei proporre ai lettori uno
scritto che ho avuto modo di leggere recentemente. Si tratta delle opere di
Cipriano Valorsa. Le pagine dove sono elencate dette opere si trovano in una
pubblicazione della società storica valtellinese, a cura di Egidio Pedrotti: "La
storia di Grosio nelle sue pergamene", una ristampa illustrata del 1958. Lo scritto è notevole e dunque verrà suddiviso in 3
parti, per agevolarne la lettura".
Biografia a cura di Bruno Ciapponi Landi (https://www.brunociapponilandi.it/index.php?p=personecose_dettaglio&personacosa_id=109) Egidio Pedrotti. (Tirano 1878-1964). Ordinato sacerdote nel 1904 assunse la reggenza della cappellania di Roncaiola che gli permise di stare a Tirano vicino alla famiglia. Nel 1913 divenne parroco prevosto di Tovo S. Agata, dove rimase per tutta la vita. Fin da giovane nutrì profondo interesse per gli studi storici e alla sua formazione nel campo influì molto l'amicizia che nutrì per Pio Rajna, Antonio Giussani, Ulrico Martinelli, Enrico Besta e Giampiero Bognetti. Autore di varie opere di interesse storico (fra le più importanti figurano: "Gli xenodochi di S. Remigio e S. Perpetua”, "La storia di Grosio e le sue pergamene", "La storia d'Aprica", "I Venosta castellani di Bellaguarda", "Le fortificazioni di Tirano”) si impegnò nel dopoguerra nel rilancio della Società Storica Valtellinese con un’ampia campagna di divulgazione che procurò un ampio numero di associati e coinvolse molti maestri elementari e i sacerdoti. Fu ispettore onorario ai monumenti e per i suoi meriti fu nominato cavaliere della Repubblica e gli fu conferita la medaglia d’argento dei benemerito della cultura. In sua memoria la Società Storica, che presiedette dal 1953 al 1963, ha pubblicato la raccolta di studi storici intitolata “Volturena”.
(parte terza)
A Vione , nell'antica chiesa di S. Abbondio,
nell'abside, si ammira uno splendido crocefisso, forse il migliore del Valorsa,
con a destra la flagellazione ed a sinistra la Deposizione del Redentore. In
alto un coro di angeli con gli strumenti della passione ed un bellissimo Eterno
Padre. nell'arco, cominciando da destra, sono dipinti: S. Rocco, S. Antonio, S.
Marta, S. Caterina, S. Elisabetta, S. Giovanni Battista, S. Stefano e S.
Sebastiano.
Questo è uno dei lavori più ben riusciti e conservati
del Valorsa, e sono pure suoi altri dipinti delle pareti ed una bella Madonna
con Bambino, fra S. Abbondio e S. Antonio sulla facciata.
Di ignoto e più scadente autore il grande dipinto
sopra l'areo dell'altare, che rappresenta uno strano giudizio universale.
Un altro dipinto
del Valorsa lo troviamo su una casa colonica fra Mazzo e Grosotto: una Madonna
col Bambino, argomento tanto caro al pittore; ai piedi della Vergine un devoto.
È probabile sia del Valorsa la Deposizione, che si
trova nella parrocchiale di Grosotto e che porta la data 1549.
La chiesa di S. Giorgio in Grosio: il portale
quattrocentesco è sormontato da una lunetta, rappresentante la Pietà, del
Valorsa, di ottima fattura. Il presbitero con volta a crociera, conserva ancora
qualche avanzo di dipinti del Valorsa. Altri dipinti del Valorsa si trovano
nella chiesa di S. Giorgio; sulla facciata un S. Giorgio a cavallo molto
scolorito e nell'interno una Deposizione della Croce pure ad affresco, nelle
figure della quale la tradizione vorrebbe vedere i ritratti del pittore
Cipriano Valorsa e del figlio Angelo. Un grande affresco che rappresenta S.
Gregorio Magno fra la Vergine col Bambino e S. Domenico si ammira sulla
facciata della chiesa verso il Cimitero, di ottima fattura e che porta ancora
le scalfitture delle schioppettate dei lanzichenecchi del 1630. Fermiamo ora la
nostra attenzione sul dipinto che adorna la casa di Cipriano Valorsa in quella
dimora dove egli nacque, lavorò e morì. Posta alle falde del monte Storile, si
trova sulla strada che da Grosio conduce a Ravoledo ed in Valle Grosina, donde
piovono tante ricchezze pastorizie. Sopra la porta di casa è un bellissimo
dipinto: la Madonna un poco piegata sul figlio ignudo, grazioso e sorridente,
mentre tiene in mano un libretto verde ed hanno al fianco un S. Giuseppe che li
contempla. Sopra due bei angioletti sostengono una corona con fascia
svolazzante colla dicitura "Regina coeli laetare alleluia". Segnata
la data 1566, epoca della del massimo splendore di questa grande gloria di
Grosio.
A Ravoledo, nella antica parrocchiale sulla lunetta
della porta una Deposizione di Cristo fra Maria SS. e S. Maria Maddalena,
mentre nel Coro abbiamo uno dei dipinti più perfetti del Valorsa in data 1560.
È Gesù Cristo fra i suoi Apostoli, mentre consegna a Pietro le chiavi del Regno
dei Cieli: sopra i quattro evangelisti e sotto l'Eterno Padre.
Sotto l'arco i medaglioni delle Sante predilette dal
Pittore: S. Agata, S. Maria Maddalena, S. Caterina, S. Marta, S. Apollonia e S.
Liberata. Sopra l'arco il Redentore circondato da Angeli che sostengono gli
strumenti della passione. Nello zoccolo grigio su grigio si vedono dipinte, in
sei altri medaglioni, la creazione del mondo, di Adamo, di Eva, la loro caduta,
la cacciata dal paradiso e la morte di Abele.
A Sondalo, sul vecchio muro della sagrestia della
parrocchiale, un Crocefisso con due angioletti bianco vestiti con il calice in
atto di raccogliere le gocce di sangue che escono dalle ferite. Ai piedi della
croce stanno Maria SS., Maria Cleofe, Maria Maddalena, S. Antonio, S. Bernardo
e S. Giovanni Evangelista. Al basso si trovano gli stemmi delle famiglie
Bassenini e Rastelli che, estinte nel 1600, lasciarono tutte le loro sostanze
in beneficienza.
Altro dipinto fra le chiese di S. Agnese e S. Marta rappresenta
il Crocifisso con Maria SS. , S. Clemente Papa, S. Giovanni Evangelista, con la
data 1585. Anche nella chiesa di Sontiolo qualche dipinto del Valorsa. Sulla
facciata della chiesa della Biorca un bellissimo dipinto della Vergine col
Bambino ricorda quello molto simile di Stazzona. Anche a Frontale una
imbalsamazione della salma di Gesù Cristo prima della sua sepoltura è degna di
nota.
Nella chiesa di S. Antonio di Morignone, su un dosso
distante una mezzora dal paese, ottimi dipinti di Cipriano Valorsa.
Rappresentano il Crocifisso in mezzo ai dodici Apostoli, i quattro dottori
della Chiesa latina S. Martino, S. Brizio, S. Bernardo e S. Antonio, nonchè sei
angioli coi simboli della passione. Nell'arco le solite sante: S. Agnese, S.
Barbara, S. Veronica, S. Caterina, S. Maria Maddalena, S. Marta, S. Lucia, S.
Apollonia, S. Agata e S. Liberata. Non v'è traccia dell'anno ma la firma è
sicura Ciprianus Grosiensis pinxit. Vi figurano anche S. Gervasio e Protasio,
protettori di Bormio; più in su l'opera va scomparendo; sottentrano pittori
locali.
L'immenso lavoro di Cipriano Valorsa non va attribuito
certo solo a lui, ma anche ai suoi scolari, primo fra essi il figlio Giovan
Angelo. nei conti del dipinto delle Pentecoste di Tovo ho trovato un aiutante,
nel pittore Baldassarre di Tirano.
Da ciò si spiega il maggiore o minor pregio di molti
dipinti assegnati a questo insigne maestro di Grosio.
Il Valorsa morì certamente nonegenario.
Ammesso che i lavori fatti nel 1536, li abbia fatti a
26 anni di età, un documento dell'archivio notarile di Sondrio, scoperto dal
Giussani, lo dà ancora vivo nel 1602, ossia a 92 anni.
I discendenti di Cipriano Valorsa, tutti artisti,
pittori, scultori, intagliatori, fabbri, si sono spenti nell'anno 1885, colla
morte di Margherita Valorsa.
Tovo S.
Agata, 22 giugno 1944.
bibliografia:
Pedrotti Egidio, "La storia di Grosio nelle sue
pergamene", Sondrio, Guido Bettini 1958
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